Concepito congiuntamente da G. Nappi, G. Sandrini, P.G. Milanesi e G. Lissandrin, il Gruppo di Neuroteoretica e Teorie della Mente è sorto nel 2009 su iniziativa di cultori e studiosi di discipline diverse al fine di analizzare e studiare gli effetti che, nei rispettivi campi, possono derivare dagli incessanti progressi della ricerca neuroscientifica. I risultati straordinari ottenuti dall’esplorazione del cervello umano, ottenuti grazie all’impiego delle più moderne tecnologie, hanno consentito di iniziare un viaggio dentro un universo di eccezionale complessità, e di osservare da vicino i processi che supportano i nostri pensieri, le nostre emozioni e le nostre scelte comportamentali.
Da un lato, il cervello, con i suoi miliardi di connessioni, si è proposto come banco di sfida per matematici, che dalla intricata matassa dei circuiti cerebrali cercano di ricavare algoritmi fruibili per la costruzione di sistemi complessi, dall’altro, questa possibilità di poter osservare in modo sempre più analitico le connessioni tra mente e cervello, ci ha consentito e ci consentirà di ampliare la visuale su temi tradizionalmente oggetto di studio della filosofia, dell’etica, dell’estetica, della sociologia, della giurisprudenza ecc. aprendo nuovi spazi per una revisione critica dei relativi concetti.
In questa confluenza di discipline, l’attività del Gruppo di Neuroteoretica è indirizzata soprattutto verso due obiettivi: a) dal punto di vista teoretico, a creare spazi di discussione e di riflessione tendenti a valutare in che misura la rivoluzione neuroscientifica è in grado di fornire nuovi strumenti concettuali utilizzabili nello studio delle scienze umane; b) dal lato pratico, o della “filosofia pratica”, alla stesura di progetti nel campo delle cosiddette “medical humanities”, progetti che tendono ad integrare la medicina con altri tipi di saperi, intensificando i suoi rapporti con le scienze sociali, con la filosofia morale, la bioetica e le arti espressive.